Il fotografo Brock Elbank ritrae persone strane, fuori dall’ordinario. È attratto dalla diversità e tutta la sua opera pone in evidenza quanta bellezza ci sia nelle lentiggini, nella vitiligine e in tutte le ‘discromie’ della pelle. Lo stesso termine discromie (dal greco dis e cromia, quindi brutto colore, colore non ideale) tradisce il giudizio implicito che la nostra visione estetica dà di tutte le pelli che non siano omogenee. Essere tutti di un colore è un valore per noi, ma la Natura non è per niente d’accordo e si diverte a giocare. Preferirei quindi parlare di eucromie, per sottolineare la bellezza di tutto ciò che è variegato, sfumato, a più colori.
Cosa accade con le lentiggini?
Solitamente le lentiggini e le efelidi seguono l’armonia cromatica già presente sul viso della persona, perciò ad esempio chi ha colori caldi e scuri, spesso ha lentiggini brune o dorate. Se la stagione è Autunno, il fatto che compaia quella costellazione di puntini sul viso non cambia l’armonia cromatica. Anzi, contribuisce ad esaltarla attraverso la ripetizione degli stessi colori. Al massimo può rendere un po’ più alto il contrasto, ma sempre all’interno di una complessiva armonia. E anche nei casi di altre stagioni, se già sono ad alto contrasto come Primavera ed Inverno, a maggior ragione non cambiano le cose. Più aggiungo contrasto e meglio è. E perfino nel caso di contrasto basso come per l’Estate, spesso le lentiggini sono dorate o tortora, perciò risultano tono su tono con gli altri colori.
Ma cosa accade nel caso della vitiligine?
Essendo la vitiligine uno sbiancamento della pelle dovuto alla perdita di melanina, le zone più chiare creeranno un inevitabile effetto chiaro/scuro con quelle ancora pigmentate. Di fatto, aumenta il contrasto. Ovviamente su pelli scure l’effetto è molto più evidente che su pelli chiare. Poniamo il caso di una persona nera che presenti zone di vitiligine: se la sua stagione era già l’Inverno, perciò già molto contrastata, credo sia lecito pensare che in certi casi si possa cambiare sottogruppo, ad esempio chi era inverno deep potrebbe essere considerato Inverno Bright, come nell’esempio dell’uomo qui sotto.
Se di nascita infatti la dominante era la profondità, con l’avvento della vitiligine la caratteristica principale diventa invece il contrasto. Quindi a mio parere va preso in considerazione nella classificazione, se la nostra analisi di armonia cromatica vuole essere rispettosa delle reali caratteristiche naturali, seppur sopraggiunte in un secondo momento. E se la stagione di partenza fosse stata invece una di quelle a basso contrasto come l’Autunno e l’Estate? Soprattutto nel caso di una persona Autunno, che tendenzialmente presenta anche pelle più scura (perciò la vitiligine fa più effetto) è lecito pensare che possa scivolare verso l’Inverno proprio a causa dell’aumento di contrasto? A mio parere in questo caso dipende moltissimo dal singolo caso, ma in generale ipotizzo che la persona possa stare benissimo con colori più contrastati, pur rimanendo sulle tinte calde della stagione Autunno. Quindi più che colori omogenei, siano da preferire abbinamenti tra colori di valore diverso (uno più chiaro e uno più scuro). Ad esempio potrebbe donare molto un accostamento tra il sabbia chiaro e il marrone scuro: sempre di colori caldi si parla, ma con contrasto più marcato di quanto non otterrei se mettessi un arancio mattone piatto ed omogeneo. Nelle immagini qui di seguito si può apprezzare l’effetto differente.
E nel caso di eterocromia?
Ancora più limite è il caso di eterocromia, cioè di chi ha gli occhi di diverso colore. In questo caso a mio parere va seriamente presa in considerazione la possibilità di considerare Bright la persona (cioè appartenente al sottogruppo con il contrasto in assoluto più marcato), soprattutto se già il mix di pelle/occhi/capelli portava a Primavera o Inverno. Ad esempio prendiamo il caso di questa ragazza
Se avesse entrambi gli occhi marroni, sarebbe lecito pensare ad un diverso sottogruppo, ma con la presenza di quell’iride azzurra, non ho molti dubbi sul fatto che vada considerata Winter Bright o al limite Estate Cool, cioè il sottogruppo dell’Estate con contrasto più alto. Questo nel caso in cui con la prova dei drappi colorati si evidenziasse un’armonia maggiore con colori pastello o sorbetto.
O valutiamo il caso di questo modello nero.
Se avesse avuto gli occhi entrambi marroni, sarebbe potuto passare per Inverno Profondo, addirittura potrebbe venire un dubbio per l’Autunno. Ma quell’occhio azzurro cambia completamente le cose e crea un contrasto talmente marcato da diventare la dominante del viso, cioè la caratteristica più evidente e significativa.
Uscire dalla gabbia del modello estetico
Con questi esempi e queste riflessioni mi premeva mettere in risalto due cose, che a mio parere sono fondamentali.
La prima, che ogni viso ha una sua Armonia Cromatica peculiare e unica, che in certi casi può essere ben delineata all’interno di una categoria del Sistema di analisi, ma in certi altri casi sfugge ad una classificazione netta. E questo è il bello e insieme il difficile di un’analisi di Armonia Cromatica corretta e sensibile, che non sia un mero etichettamento.
La seconda, che la Natura fa cose mirabolanti, che trascendono allegramente tutti i nostri sistemi di classificazione. E proprio per questo, spesso ci insegna che esiste una forma di Bellezza in ogni cosa, anche qualora per vederla dobbiamo sforzarci di uscire dai ristretti confini dei nostri canoni estetici.
Parafrasando una nota poesia di Rumi:
Oltre le idee di estetico e antiestetico
C’è un campo.
Ti aspetterò laggiù.
(Lì dove si stagliano le infinite praterie della Bellezza.)