Florence Welch e l’archetipo di stile del Sovrano 

Oggi analizziamo come comunica attraverso il suo stile un personaggio ammaliante come Florence Welch, voce del gruppo Florence+The Machine.

E lo facciamo alla luce degli Archetipi, secondo la filosofia della Matrioska.

Il suo stile è femminile e romantico, creato con tessuti leggeri, rouches e volant, fiori, fantasie colorate o tinte pastello.

La assocerei alla dea greca Persefone, alla figura femminile della fanciulla innocente e fresca che porta la Primavera al suo passaggio. Quindi se dovessi ragionare secondo gli archetipi di stile, dovrei assegnarle quello dell’INNOCENTE.

La Welch, per i testi delle canzoni, trae ispirazione dagli artisti rinascimentali al fine di poter cogliere meglio tematiche quali «l’amore, la morte, il tempo, la sofferenza, il paradiso e l’inferno».

Ma a ben guardare tutta la sua immagine ricalca le atmosfere rinascimentali e quelle dei pittori pre-raffaeliti come Dante Gabriel Rossetti e lei stessa sembra una di quelle figure del movimento liberty, con lunghi capelli rossi e mossi, abiti romantici ed elementi vegetali che le adornano il viso e il corpo.

Tuttavia, a discapito di questa immagine così sognante, nell’ultima canzone ‘King’, Florence parla apertamente del ruolo della donna artista (attiva, creatrice, indipendente) nella società, confidando le difficoltà incontrate in una relazione di coppia quando si desidera avere una carriera e insieme dei figli, essere ambiziose come un uomo ed essere considerate comunque femminili.

Florence, vestita con un’immagine tradizionale di fanciulla-primavera, parla di se stessa nella canzone dicendo ‘non sono madre, non sono sposa, sono Re’.

Nega cioè i classici ruoli assegnati alle donne, pur vestendo uno stile tradizionalmente riservato alle giovani ragazze ingenue ed inesperte della vita.

E non a caso nel video ufficiale della canzone indossa un mantello lungo con cappuccio di colore porpora: si presenta cioè con un abito che nel nostro immaginario si associa subito alla dimensione sacra di una sacerdotessa, una maga quasi, con un colore che anticamente era appannaggio sono delle più alte cariche dello stato.

Presso i Romani ad esempio il porpora era indossato solo da imperatori e senatori, a tutti gli altri era vietato portarlo.

La cosa interessante per noi che analizziamo lo stile alla luce degli archetipi è vedere il CONTRASTO POTENTE che si crea tra il suo stile femminile, dolce e romantico e il testo della canzone.

Non dice Regina, dice proprio Re.

Quindi implicitamente esprime come nel nostro immaginario il vero POTERE nell’archetipo del SOVRANO si esprime quando è declinato al maschile, non al femminile. La regina è spesso seconda al re, per questo a lei non basta essere regina.

Questa dissonanza comunicativa tra stile delicato e messaggio potente crea un CORTO CIRCUITO pazzesco nel nostro sguardo, tanto più che lo stesso contrasto è ribadito dal modo in cui Florence canta: usa infatti una voce sussurrata, ma sulle note di una musica rock.

Pronuncia concetti forti e rivoluzionari ma lo fa con una grazia che non urla, si esprime invece sottovoce, come se parlasse all’orecchio dell’amante.

Florence si impone come personaggio profondo e complesso nel panorama della musica e della moda proprio in virtù dei suoi contrasti.

Lungi dall’essere un limite, dimostra come non sempre nello stile sia premiata la coerenza perfetta.

A volte le dissonanze, se ben armonizzate, sono altrettanto vincenti.

Lei è un Re femminile e romantico, un Sovrano che si esprime con dolcezza sussurrata.

Eppure esercita un potere di attrazione e di comunicazione che arriva forte e chiaro.

Segno che il potere non corrisponde all’imporsi urlando o prevaricando, bensì creando un alone di magnetismo.

Che ispirazione possiamo trarre noi dallo stile di Florence Welch?

1. Anzitutto può contribuire a farci fare pace con i contrasti che spesso abbiamo dentro tra le varie personalità che ci abitano

2. poi può insegnarci che, paradossalmente, per farsi sentire può essere utile abbassare la voce, in modo che siano gli altri a doversi avvicinare e non noi ad inseguire

4. Infine può renderci chiaro come potere e grazia, forza e gentilezza possano convivere e alimentarsi a vicenda: una vera rivoluzione nel modo di concepire l’esercizio del potere nella nostra società.

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