Come vestirei Giorgia Meloni se fossi la sua consulente di immagine

Mi è stato chiesto di recente da una cara amica perché Meloni vesta solo tinte unite, ma ho pensato che questo argomento potesse interessare anche a te che leggi il mio blog.

Quindi eccomi qui ad analizzare le scelte stilistiche delle ‘Donne al potere’, partendo proprio dalla nostra attuale Presidente del Consiglio.

Questo nuovo filone di analisi mi pare interessante perché in politica l’immagine personale fa parte della strategia di comunicazione volta a creare consenso nel pubblico.

Non si tratta solo di farsi riconoscere, ma soprattutto di attrarre voti e veicolare messaggi visivi coerenti con il programma politico attuato, quindi la sfida è complessa e la posta in gioco alta.

Inoltre, contrariamente a ciò che si pensa spesso a proposito della cura dell’immagine personale, in questo campo è evidente che le scelte di abbigliamento, capelli, trucco e accessori non rivelano vanità, bensì calcolo e visione futura.

Alle politiche e ai politici non interessa tanto la bellezza, quanto il potere, ma a me, studiosa dei significati e degli effetti psicologici della moda, questo aspetto incuriosisce molto, perché so bene che la bellezza È potere in tutte le società e nella nostra in particolare.  

Ma in che senso bellezza è potere?

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che di fronte ad un’immagine armoniosa (per forme, colori e stile) istintivamente proviamo non solo attrazione, ma anche un senso di fiducia, come se la sensazione piacevole allo sguardo calmasse tutto il nostro sistema nervoso e facesse sentire ‘a casa’. 

Capisci il potere politico che può avere una buona immagine?

Significa stare simpatica/o alla gente e conquistarsi i voti alle urne.

Ecco perché negli USA ogni politico/a passa al vaglio di un team di consulenti di immagine prima ancora di candidarsi, ed ecco anche perché è assurdo pensare che nel 2023, con l’esposizione mediatica a cui siamo arrivati tra televisioni, giornali e social network, una politica o un politico possa fare a meno di una seria e continuativa collaborazione con un/una consulente di immagine e comunicazione.

È stata molto criticata Elly Schlein per questa scelta, ma è accaduto principalmente perché è stata la prima in Italia a dichiarare apertamente di essersi affidata ad un’armocromista, non perché gli altri non avessero utilizzato gli stessi servizi, solo che si sono guardati bene dal dichiararlo.

Poco male, perché certi cambiamenti sono così evidenti, che non lasciano molti dubbi.

Oggi infatti, dopo aver analizzato Elly Schlein in questo articolo

https://lamatrioskaimage.it/2023/06/29/elly-schlein-kate-middleton-michelle-obama-e-berlusconi-come-la-consulenza-di-immagine-riguarda-la-politica/

approfondiamo le scelte stilistiche della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Ma chi cura la sua immagine?

E quali sono le ragioni delle sue scelte?

Anzitutto non è trapelato alcun nome di consulenti di immagine nel caso di Meloni, bensì è risaputo che venga seguita in tutte le sue scelte di styling da Giorgio Armani.

Lo stilista infatti l’ha vestita nelle principali situazioni istituzionali, conferendole un’allure seria, affidabile, concreta e allo stesso tempo elegante, classica e senza tempo.

Merito dell’impronta tipica dello stile Armani, fatto di tinte neutre, linee essenziali e modelli senza fronzoli.

Quali sono dunque i tratti salienti dello stile Meloni?

Cinque sono gli elementi fondamentali adottati da Meloni: 

1. Una divisa composta da blazer e pantalone

2. I colori pastello in campagna elettorale

3. I colori scuri (blu e nero) nelle occasioni ufficiali da premier

4. Abiti tutti in tinta unita

5. Scarpe con tacco alto e plateau.

La scelta del classico tailleur pantalone esprime l’adesione ad un’immagine di donna che decide di non esaltare la femminilità, bensì l’azione e il potere.

Meloni infatti veste il corpo con l’abito più simile a quello maschile, essendo il completo giacca e pantalone mutuato proprio dal dress code tipico degli uomini nei ruoli pubblici, fin dell’Ottocento.

Si tratta quindi di una scelta tradizionale e sicura, che non mira ad innovare l’immagine della donna al potere, ma ripercorre i solchi dell’accettabilità sociale, senza correre rischi e senza distrarre il pubblico con elementi modali o seduttivi.

Meloni infatti preferisce utilizzare un’immagine sicura, non provocatoria, volta a creare consenso e a non distogliere l’attenzione da altri temi ritenuti prioritari.

Quanto all’aspetto cromatico, in campagna elettorale sono state sfruttate molto per la Premier le tinte pastello, per addolcire il personaggio pubblico di Meloni, veicolare fiducia nell’elettorato e forse anche mitigare la veemenza e la tagliente dialettica di molti suoi interventi. Ma non solo, perché la palette Estate veicola un’immagine di personaggio distinto, superiore e lontano dalla gente comune.

I colori chiari, infatti, storicamente venivano indossati dalle classi sociali più ricche e nobili, le uniche che potevano permettersi di non lavorare e quindi di non sporcare gli abiti.

Ancora oggi, per associazione simbolica, chiunque si vesta di bianco o comunque di tinte chiare, viene visto istintivamente come una Guida Nobile, una personalità di potere situata sul gradino più alto della scala sociale.

Appena dopo l’elezione, invece, Meloni ha adottato uno stile più serio ed austero, virando verso colori scuri come blu navy e nero. La scelta è senz’altro motivata dalla volontà di rendersi uniforme in una compagine politica di completi maschili scuri tipici degli ambienti istituzionali, e dal desiderio di non spiccare nel mezzo per non distrarre, ma di rendere la visione d’insieme omogenea al fine di dare la sensazione di ‘squadra compatta che agisce all’unisono. 

Per rispondere alla domanda iniziale, la ragione della tinta unita a mio parere sta nell’intenzione di non distrarre il pubblico con fantasie colorate e movimentate, ma soprattutto nella volontà di apparire ‘tutta d’un pezzo’, cioè esprimere solidità, autorevolezza ed evitare di dare l’impressione di troppa libertà.

Non è un mistero infatti che certe scelte forti dell’attuale governo vadano nella direzione di limitare alcuni diritti acquisiti, in nome della difesa di valori tradizionali.

In questo senso non mi stupisce la scelta di Armani come stilista personale, dal momento che il grande couturier non ha mai fatto mistero di avere idee molto tradizionali su diversi temi, primo fra tutti quello dei rapporti tra i generi.

Mi immagino quindi che la fiducia che si è creata con Meloni possa avere anche basi di valori comuni, oltre che essere dettata dalla conclamata eccellenza dello stile Armani.

Nel complesso quindi possiamo concludere che Meloni abbia ampiamente sfruttato, in campagna elettorale e dopo l’elezione, il valore comunicativo e psicologico del colore, cambiando anche tinte in base al diverso momento e al diverso obiettivo comunicativo che desiderava conseguire.

Inoltre trovo coerente la scelta del tailleur pantalone e della tinta unita, in base alle posizioni che porta avanti e al programma di governo enunciato.

Cosa esprime lo stile di Giorgia Meloni?

In generale la vedo molto allineata alle aspettative che tutti avevano riposto in lei, forse anche troppo.

La trovo infatti un po’ scontata nelle sue scelte stilistiche, mi fa pensare ad una leader che si rifugia in scelte sicure e non desidera consegnare al suo stile il compito di dare messaggi tra le righe alla nazione, né innovare la percezione della donna nei luoghi di potere.

Tutto il suo stile sembra difendere la tradizione e ricalcare l’immagine dell’uomo forte nel momento di crisi, come se volesse far dimenticare il ‘difetto’ di essere donna per dare invece risalto alla sua opera politica.

 

Il valore comunicativo delle scarpe

 

Un altro elemento appare come espediente volto a compensare una mancanza: si tratta dei tacchi molto alti, che spesso indossa accompagnati anche dal plateau, in modo da aggiungere centimetri e forse sentirsi ‘all’altezza della situazione’, quando è circondata da politici più alti di lei.

Meloni sembra concedersi solo sulla scarpa alcuni vezzi di stile e di moda, consegnando alle sue estremità inferiori gli unici elementi seduttivi di tutta la sua persona, mentre il resto dell’outfit resta sobrio.

Questa scelta è tipica in chi vuole incedere sulla scena con passi marziali e decisi, che solo un tacco molto alto sa conferire.

In questo senso il tacco diventa una vera e propria arma, capace di far rumore e scandire il ritmo della battaglia.

A onor del vero anche all’estremità opposta troviamo l’espressione della femminilità di Meloni, perché i suoi capelli lunghi e biondi sono senza dubbio un elemento di riconoscibilità, distinzione e attrazione, insieme agli occhi azzurri, che esprimono in modo ancora più affilato il suo pensiero.

Il suo modo di acconciarli, perfettamente dritti, la fa apparire ancora una volta netta, senza onde dolci o fronzoli che esprimano alcuna forma di romanticismo.

 

Dalla testa ai piedi Meloni è geometrica, squadrata, affilata: tutte linee che evocano lo stile maschile e le divise militari.

Lasciatemi sognare…

Per concludere mi concedo un piccolo lusso, chiedendo permesso a Meloni e a tutte voi.

Vorrei immaginarmi uno stile davvero luminoso, ispirante e unico per la Presidente del Consiglio, che le permetta di diventare memorabile agli occhi dell’elettorato italiano, ma anche di incuriosire capi di stato esteri e media internazionali.

Io me la figuro con una ‘divisa di stile’ formata da camicette di seta color pastello (verde acquamarina, celeste, rosa, giallo chiaro, grigio perla, bianco ghiaccio) abbinate a blazer monopetto infiancati in vita e lunghi fino a metà coscia, per un’immagine raffinata da Lady e per allungare otticamente la figura.

Mi piacerebbe abbinarle pantaloni a sigaretta o fluidi a palazzo, spezzati o in completo con la giacca, ma sempre tono su tono con la camicetta.

A completare scarpe femminili, ma comode, preferibilmente in toni neutri come il cipria e il grigio, con un tacco che slanci ma che non sembri scelto per compensare un senso di inferiorità.

Piuttosto la vedrei prendersi tutta l’attenzione proprio per il suo essere donna, minuta e chiara, in mezzo a tante figure maschili scure e alte.

Concedetemi questo sogno di vestire Meloni in modo che emerga la sua differenza, l’originalità, la femminilità in controtendenza con la norma visiva della politica italiana, pur in una compagine di governo di destra, con valori tradizionali.

Non è un mistero che io non sia una donna di destra, ma credo che la bellezza debba essere una stella polare che supera ogni idea e schieramento, per diventare fonte di ispirazione e miglioramento per tutte e tutti noi, dal momento che in fin dei conti la nostra identità come Italiani si fonda in buona parte sul patrimonio artistico e culturale e sulla magnificenza del paesaggio naturale.

Ecco, se io fossi la consulente di immagine di Giorgia Meloni la farei diventare il simbolo stesso della bellezza di questo paese verde e azzurro, dorato e perlato.

E insieme al paesaggio, mi piacerebbe dare onore e lustro a tutte le donne, che in moltissime opere d’arte e nella cultura sono spesso associate alla Natura, così come la femminilità è evocata dai fiori e dalla terminologia vegetale.

Utilizzerei colori, tessuti e gioielli che evochino il mare, il cielo, le acque cristalline, i prati lussureggianti, i campi di grano, le varietà di fiori profumati.

D’altronde Giorgio Armani è il maestro delle tonalità cerulee, delle iridescenze, del madreperla e dei toni neutri che ricordano sabbia e rocce.

Basterebbe unire alla sobrietà di base, che va benissimo per conferire autorevolezza e concretezza, un sogno pulsante, un mondo di leggerezza, speranza e meraviglia, che evochi fiducia ma anche visione del futuro, capacità di guardare le dinamiche dall’alto e di assumersi un ruolo di guida capace di far sentire orgoglioso di sé un Paese pieno di conflitti, problemi e contraddizioni, ma anche ricco di storia, inventiva, coraggio e genialità.

In estrema sintesi Giorgia Meloni è una bella donna, ha senza dubbio carattere e meriterebbe di tributare onore alla sua persona e al suo ruolo con uno stile ugualmente speciale. 

Nella mia mente già me la vedo, radiosa e potente, valorizzata in ogni aspetto: chissà che col tempo io possa vedere il mio sogno realizzato.

Con lei o con la prossima Donna al potere.

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