Ormai ci eravamo abituati a vederlo nei panni del rocker provocatorio come cantante dei Maneskin: il suo fascino infatti era un mix di stile personale fluido, rottura delle regole ed energia sul palco, insieme ad una ferrea diciplina di vita.
Incarnava infatti alla perfezione l’archetipo del Ribelle (Outlaw in inglese, cioè Fuorilegge, colui che prende la norma e la trasgredisce, va contro, rompe regole e tabù).
Va detto che per incarnare tale archetipo, nel suo caso declinato come cantante rock, Damiano partiva già bene per natura, dal momento che il suo viso è forte e magnetico, con tratti somatici molto netti, un pò irregolari, e uno sguardo che ti inchioda.
Così non è stato difficile essere credibile con capelli lunghi, tatuaggi e abiti di pelle nera, ma anche con vestiti mutuati dell’abbigliamento femminile, grazie alla collaborazione con Gucci di Alessandro Michele.
L’estetica genderless infatti rendeva il sex appeal naturale di Damiano ancora più raffinato e al servizio delle cause femministe e Lgbt, dal momento che sfidava consapevolmente gli stereotipi della mascolinità.
Potremmo definire quel periodo stilistico ‘quando il maschio alfa si veste da donna senza perdere un briciolo di virilità’.
A Damiano infatti veniva congeniale giocare con la provocazione e la rottura degli stereotipi di genere, senza venirne sminuito.
Non è mai stato uno dei ‘maledetti del rock’, strafatto di droghe e circondato di donne, ha sempre mantenuto un certo rigore e una serietà che lo ha reso un ottimo manager di sé stesso.
Ma di recente lo abbiamo visto completamente trasformato, di pari passo con un cambio di posizionamento musicale: Damiano si è infatti proposto come solista senza il gruppo Maneskin, abbracciando un nuovo genere più intimo e cantautorale, con ballate in cui la sua voce è protagonista.
Anche dal punto di vista stilistico si è mostrato con capelli ordinati, un taglio alla Pompadour, grandi baffi e completi classici over dal sapore retro’.
A livello di Archetipi è passato da Ribelle a Uomo Comune, vestito da buon padre di famiglia e cantando testi come ‘Silverlines’ e ‘Born with a broken heart’.
C’è da dire che in contemporanea a questo look più rassicurante, che accompagna testi che toccano corde emotive, con una visione intimista della vita, Damiano firma però anche un contratto di collaborazione con Diesel, che vede come capo di punta le maglie di tulle trasparente con stampati i suoi stessi tatuaggi, che da sempre lo caratterizzano e che per lui sono ‘il suo primo vestito’.
Una scelta davvero particolare, se pensiamo a quanto siano personali i disegni che ciascuno, eventualmente, decide di imprimere sulla sua stessa pelle.
Quindi immaginare di poter indossare la pelle di un’altra persona è una scelta di Potere a ben guardare, come a voler assorbire l’energia di quella persona attraverso l’abito che ne riproduce l’identità estetica.
Un pò come quando vestiamo abiti animalier, per far nostra la ferocia, la sensualità felina e la forza delle bestie selvagge.
Così questa collaborazione con Diesel sancisce la consapevolezza di avere un potere, di poterlo addirittura vendere agli altri per il tramite di un abito e di aver quindi raggiunto uno status che è proprio dell’Archetipo del Sovrano.
Curioso, visto che il Sovrano è l’opposto del Ribelle: il primo infatti in inglese è detto Ruler, cioè quello che fa le regole, mentre il secondo è l’Outlaw, cioè quello che le stesse norme le viola, rinunciando a legalità e conformismo in nome di un bene più grande.
Eppure se vediamo la parabola della carriera artistica di Damiano vediamo come da Ribelle voglia mostrarsi ora come Uomo Comune, ma anche come Sovrano di fatto.
Desidera cioè un contatto più vicino e intimo con il suo pubblico, vuole esprimere fragilità e pensieri delicati, ma allo stesso tempo gli viene riconosciuto un potere personale e un regno.
La nuova immagine di Damiano, a mio parere, sia dal punto di vista degli Archetipi di Stile, sia dal punto di vista dell’Iconestesia, non è centrata come la prima versione.
A livello morfologico ed espressivo, infatti, il suo viso sembrava fatto apposta per incarnare lo stile Ribelle, che esprime quella forza dirompente di chi vuole rompere le regole in vista di un obiettivo più grande.
Quindi la sua immagine complessiva risultava perfettamente allineata al suo viso, alla sua energia personale e alla musica rock dei Maneskin.
Ora invece, con questo cambio di stile musicale più intimista e l’emersione di un’immagine più rassicurante, il suo viso appare stonato, meno credibile.
E l’insieme appare costruito a tavolino, un pò forzato, stride con il suo sguardo forte e non scorre liscio.
A peggiorare le cose c’è l’incongruenza della collaborazione con Diesel, che sembra sancire di ‘essere arrivato’ proprio quando invece ha appena ricominciato.
Damiano, nella giungla delle mille proposte commerciali che sicuramente arriveranno quotidianamente ad uno come te, secondo me devi scegliere bene chi vuoi essere per il tuo pubblico.
Vuoi un solo personaggio o vuoi essere tutto?
E se vuoi tutto, sei certo di saper reggere il trasformismo costante che viene richiesto a chi vuole esplorare tutte le sue sfumature di personalità?
Madonna l’ha fatto, ma a lei è sempre risultato naturale e anche il suo viso era maggiormente versatile del tuo.
La tua unicità è una grande qualità, ma anche una bella responsabilità.
Saprai esaltarla senza tradirla?
Sei consapevole della naturale forza e leadership che emanano il tuo viso e il tuo sguardo?
Saprai farne tesoro?
E tu, cara lettrice che mi hai seguita fin qui in questo ragionamento, cosa ne pensi?
Se hai notato il cambio stilistico di Damiano, cosa hai pensato?
Ti è sembrato credibile o senti qualcosa di ‘stonato’?
Ti leggo con grande interesse ❤️